sabato 2 aprile 2016


 "Hill House?"

Titolo: L'incubo di Hill House
Autrice: Shirley Jackson
Casa editrice: Adelphi

La recensione contiene spoiler?: No

Scrivere è magia e farlo a certi livelli non è da tutti. L'incubo di HillHouse di Shirley Jackson è questo: uno scrigno magico. La sua lettura incanta e disincanta nel contempo attraverso una narrazione semplice e quindi di difficile fattezza. I dialoghi sono magistrali nella loro surrealtà di costruzione che, a mio avviso, possiedono una disarmante potenza suggestiva. Questo libro è apparso per la prima volta nel 1959 e da allora ha fatto scuola di genere soprattutto se si tiene conto che il più celebre discepolo di Shirley Jackson è niente meno che il grande Stephen King. Non è facile far paura, soprattutto a una mente sostanzialmente pragmatica e abituata a certi tipi di letture ma la Jackson ci riesce benissimo.
Sfido chiunque a non sentirsi osservato dalle case che lo circondano se sta percorrendo una via nel buio della sera: gli abbaini si voltano seguendo i tuoi passi, le finestre ti osservano come occhi affamati e le rientranze sagomate delle facciate, nido di ombre sfuggenti, attendono solo che tu le scorga. L'ambientazione è finemente accurata e già dall'incipit si capisce che Hill House è una casa unica, una casa dalla quale non è possibile sottrarsi se si viene scelti. E sì, perché nell'arco di una settimana circa, il gruppetto di ospiti accuratamente selezionato dal professor John Montague, si troverà ad affrontare inquietanti paure alimentate da accadimenti bizzarri le cui cause rimarranno nascoste alla coscienza dell'ignaro lettore fino alla fine dell'ultima pagina e oltre. E' un chiaro esempio della debolezza umana il capannello radunato dalla Jackson nelle stanze di questa casa antica che in arroganza di spirito scevro di buon senso s'illude d'imporre la propria volontà su qualcuno, o su qualcosa in questo caso (Hill House), molto più risoluto e saggiamente malefico di lui. Spesso nella lettura si cerca coerenza, dialoghi verosimili, personaggi affini al proprio modo di pensare e soprattutto attinenti alla normalità di ognuno: qui, questa comune esigenza, viene spazzata via con intransigente prepotenza rimanendo incantati da personalità ai limiti del reale dove i personaggi, detentori delle stesse, contribuiscono in prima persona a rendere questo breve romanzo horror davvero indimenticabile. E' nella sua inafferrabilità inconsistente che questo capolavoro radica la sua potenza narrativa. Da leggere assolutamente.

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