sabato 20 febbraio 2016



 "L'inquietudine"

Titolo: Pet sematary
Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperling & Kupfer

La recensione contiene spoiler?:

Pet sematary di Stephen King è un libro potente, capace di lasciare un segno indelebile nel lettore. E' un romanzo nero nelle tinte, cupo nelle atmosfere e sfaccettato come un caleidoscopio nell'anima. E' un'opera stratificata in molteplici piani di lettura, dall'immediato "piano romanzo horror", al complesso "piano pedagogico-formativo", all'etereo "piano filosofico". I personaggi sono estremamente reali, vicini, empatici, al punto di portare chi legge ad una feroce immedesimazione personale. Il narrato delle vite coniugali dei due amici, Louis Creed e Jud Crandall è conturbante, avvincente, perché Stephen King non ha paura di sporcarsi le mani. Affondando nel fango melmoso entrambe le braccia fino ai gomiti, frugando nei loro comportamenti più abietti e repulsivi, nelle loro segrete perversioni, fino a sconvolgerne le esistenze, l'autore li mette a nudo nelle debolezze, li sublima negli intenti e allo stesso tempo, implicitamente forse, li disapprova ma, mai, ne prende le parti e questo cauto atteggiamento, nella sua imparziale posizione, conferisce un'indiscutibile spessore realistico di valenza indubbia ai contenuti che diventano così capaci di avvincere chi legge.
Calando il lettore in una realtà di provincia, dove le suggestioni e le leggende si mescolano dando vita a creature "davvero" reali, Stephen King ci invita ad abbandonare la solida concretezza illusoria della tecnologia, del social, dello smart in favore del più nero incubo: il ritorno malato alla “vita”. Nella cittadina di Ludlow, in una casa apparentemente come le altre, una grande e vecchia casa del New England recentemente ristrutturata, Louis e la moglie Rachel approdano con i due figli Ellie e Gage carichi di speranze, propri di uno sguardo lungo su un futuro promettente ancora tutto da scrivere attraverso il determinismo, la scelta pianificata. Quelle speranze, incantate promesse di naturali aspettative di una famiglia normale, verranno spazzate via come foglie secche dal vento nebbioso e suadente dell'incerto, del misterioso, dello sbagliato: il Wendigo. Nella condizione di debolezza umana, sia di spirito che di carne, i protagonisti verranno a misurarsi con forze oscure e terrificanti, capaci di sedurli come eterei canti di sirene e portarli dritti alla dannazione trascinandoli a sé da una delle estremità delle catene di cui sono vittime inconsapevoli. Stephen King, magnanimo, lascia loro il libero arbitrio, come un "dio-romanzo" creatore di un mondo costruito a suo insindacabile giudizio e che, con compassionevole bontà, non schiavizza chi lo abita garantendo, in definitiva anche a sé stesso, la ritrovata gioia dello stupore genuino e della sorpresa propria della "scelta libera". Come sottoprodotto di questa abilità prosaica e onestà narrativa non diffusa, l'autore, dispensa con sollecitudine una tensione sopraffina e costante a chi, coraggioso, è capace di affrontare la storia maledetta di Louis Creed lasciando a casa il proprio vecchio e polveroso bagaglio carico di concetti precostituiti, a chi, con desiderio ritrovato e disincantata razionalità, decide di viverla la storia di Loius Creed e della propria famiglia. L'attraversamento dei luoghi che porteranno prima i due amici Jud e Louis assieme e poi Louis in solitaria al cimitero degli animali sono d'indubbia efficacia e rara fattezza, tanto che sembra davvero di essere lì a fianco a loro nel vagare come dei temerari esploratori ai confini del reale. Vista e rivista invece, la presenza delle "bevute di birra" che sembra essere una costante imprescindibile in romanzi di questo tipo. Un ottimo libro! Da leggere.

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